The Golden Hour – L'ora dorata

È quando il sole si appresta ad andare a dormire che si svegliano i pensieri.
Cammino lungo il sentiero di campagna con il tramonto alle spalle: sulla Natura il sole versa un’uniforme glassa dotata. Brillano gli steli delle sensuali lavande, vibrano di vita le foglie verdi sui rami; passanti frettolosi in abiti sgargianti, obbediscono al detto “corpo sano in mente sana” correndo a perdifiato madidi di sudore; e poi ci sono quelli come me che alla corsa prediligono la passeggiata accompagnati dal loro migliore e per sempre fedele amico: il cane.
Un gruppo di signore chiacchiera a voce alta lungo il cammino. Mi domando se si stiano godendo, oltre alla compagnia, il paesaggio e i suoi colori.
Camminano, chiacchierano e gesticolano. Sono lì, investite anch’esse dai raggi del sole, ma non sono sicura che si rendano conto fino in fondo della meraviglia che le circonda tutte prese come sono dal loro gossip.
Cammino con il mio “figlio peloso“. Lui è attratto dagli odori che scova annusando qua e là, mentre io sono attratta dai piccoli dettagli delle foglie e da ciò che sopra di esse trova una temporanea dimora: cimici, vespe e piccoli scarafaggi color smeraldo.
Non ho parole, e non voglio trovarne per descrivere quanto sia bella la campagna a quest’ora del tardo pomeriggio. Vorrei solo sostituire i suoni della Natura al vociare della gente e allo scalpiccio delle scarpe da ginnastica sull’asfalto. Sì, vorrei percorrere una strada vuota, dove l’unico profilo umano è la mia ombra. Vorrei concentrarmi su me stessa, sui mi pensieri e sulla fotografia. Assumere pose stravaganti per fotografare i fiori da un’angolatura non convenzionale; lasciare corre il cane libero dal guinzaglio mentre attende paziente che scatti; fermarmi cinque, dieci minuti e più su un soggetto senza la fretta di dover tornare a casa a giocare il mio ruolo sociale di moglie e madre.
The golden hour, l’ora dorata, dura poco: un’oretta, non di più…
Breve e fugace come un soffio di vita, voglio goderne a pieni occhi e cuore come un momento prezioso da custodire ora e per sempre nello scrigno dei ricordi.

Autunno VentiTre

Collage foto autunnali

Mancano solo quattro giorni e poi sarà autunno! 

Eh, già, sta per tornare l’autunno dorato con i suoi colori caldi e avvolgenti.

Aspetto con trepidazione di poter fotografare nuovamente l’oro del pomeriggio vhe ammanterà le nostre valli con i suoi vigneti e la sua vegetazione incolta. 

La rugiada suoi piccoli fiori di campo dallo stelo alto e tenace brillerà alle prime luci del mattino. Altre gocce ancora, invece, scivoleranno giù dai fili d’erba come bambini su uno scivolo.

La Natura comincia a prepararsi al lungo letargo invernale. 

Gli alberi pudichi cominciano a spogliarsi lentamente tra un cambio d’abito e l’ altro; ed è una meraviglia che si ripete incessante da sempre. Resteranno nudi ed inermi fino alla fine dell’inverno mostrando, tra le altre, i piccoli tesori che gelosamente custodivano quando ancora…vestiti. 

Si tratta dei nidi di uccelli che con impegno e fatica hanno costruito tra le fronde. Adesso sono vuoti, e lo resteranno fino a quando le temperature non suggeriranno ai loro proprietari di farvi ritorno.

Presto sarà piacevole sorseggiare un tè caldo leggendo un libro; indossare una morbida felpa durante le passeggiate.

E poi ci sono le serate autunnali ad allietarci profumando l’aria di melograno e cannella, caldarroste e zuppe calde

Doversi Perdere per Ritrovarsi: Un Viaggio di Crescita Personale

rovo di more

Come avrei mai potuto trovare me stessa se non mi mai fossi persa? E mi sono persa tante e tante volte nella vita… Camminavo su una strada che non era la mia, ma era l’unica che conoscessi. Sulle spalle uno zaino di corda riempito di sassi, ai piedi i pesanti stivali di un’armatura medievale. La testa leggera, il cuore pieno di sogni e gli occhi di lacrime. Un grido di voglia di liberazione bloccato in gola come in quegli incubi in cui urli disperato, ma il suono è ovattato come in paesaggio innevato. No, non era nemmeno ovattato, era completamente assente.

foglie con gocce d'acqua
E da quell’incubo durato decenni avrei voluto svegliarmi prima, ma un qualche strano “maleficio” non me lo permetteva. Sì, avrei voluto fuggire lontano, ma le mie gambe erano salde al suolo. Ed ero sola. In quell’infinita notte buia e senza stelle non c’era nessuno con me, tranne la Luna, depositaria di segreti e confessioni. 
fiore bianco nella penombra
Ogni giorno mi domandavo per quanto ancora avrei dovuto girare in tondo e in tondo su quel carosello infernale? Io desideravo solo essere libera, nulla più. 
Capitava poi che a volte la diabolica giostra si fermasse, stanca essa stessa del proprio dolore; scendevo quindi lenta e con la testa pesante per rimettermi in cammino verso un luogo sconosciuto ma per lo meno “sicuro”. 
Tuttavia, ogni volta che percorrevo una strada nuova pensavo, mi illudevo, che forse quella era la volta buona, era la strada giusta! Ma poi il percorso tornava ad essere tortuoso ed intricato, e allora capivo definitivamente che mi ero sbagliata. 
fiore selvatico bianco
Camminavo tra rovi di more pungenti e paludi nelle quali affondavo sempre più; mi fermavo senza più speranza nel cuore e una rabbia crescente nell’animo. “Non è giusto, questa non è vita!”, ripetevo a me stessa.
Poi, di tanto in tanto, il sole tornava ad illuminare il sentiero e nuovamente credevo di aver preso la direzione e giusta. 
La verità? La verità è che la vita non avrebbe mai potuto essere un sentiero piano e senza ostacoli, nemmeno se loro lo avessero voluto con tutte le loro forze… 
E su un sentiero apparentemente già tracciato e sicuro, io ho dovuto perdermi per ritrovarmi sull’imperscrutabile sentiero della vita. Questa volta la mia.

“Ferragosto sul Corno d’Aquilio (VR): Guida alla Scoperta della Montagna”

 
 
Ferragosto sul Corno d’Aquilio (VR), con il sogno di arrivare in vetta – dove si trova la famosa croce in ferro – nel cuore.
Purtroppo però, abbiamo fatto i conti senza l’oste: la mancanza di allenamento alla fine ci ha fatto desistere. Suppongo fossimo a meno di un chilometro dalla cima. Ma forse mi sbaglio, sì mi sbaglio! Era molto di un

Questo quassù fotografato è il passo di Rocca Pia, un sentiero tutto sommato facile, percorso dagli amanti del trekking.

Dal punto in cui ho scattato questa foto abbiamo poi proseguito la passeggiata fino a quei due alberelli che si stagliano laggiù infondo contro
A prima vista non sembra un percorso poi così lungo e ripido, ma gli occhi non sono sempre in grado di “calcolare” correttamente le distanze!
E così, gambe in spalla e il (povero) cagnolino-da-divano al seguito, abbiamo proseguito fiduciosi verso… l’ignoto, o quasi..
Il rammarico e la delusione per la piccola “sconfitta”, è stato tuttavia compensato da un servizio fotografico “montano” a mio parere soddisfacente.
Mucche in posa, cardi lilla, carline bianche, piccoli stagni per far abbeverare il bestiame, malghe, nuvole e una una minuscola chiesetta sono stati i soggetti della giornata.
Dove si trova? Il Corno d’Aquilio e la sua croce si trovano a Sant’Anna d’Alfaedo in provincia di Verona, Italia.