
Sei la persona giusta
nel posto sbagliato.
Ti sei fatta carico
dei loro inconsapevoli peccati,
e stai espiando colpe
che non erano tue,
tenero e ingenuo
agnello nero.
Sei la persona giusta
nel posto sbagliato.
Ti sei fatta carico
dei loro inconsapevoli peccati,
e stai espiando colpe
che non erano tue,
tenero e ingenuo
agnello nero.
Di cosa ti lamenti di più?
Every generation
Blames the one before
And all of their frustrations
Come beating on your door
The Living Years, Mike and the Mechanics
Come tutte le vecchie generazioni che si rispettino, mi lamento dei giovani d’oggi.
E lo faccio con tutti i luoghi comuni del caso!
Continua a leggereQuali sono i tuoi sport preferiti da guardare e giocare?
Non ho mai visto una singola partita, non ne conosco le regole, ma mi piace giocarci. Lo sport in questione è il badminton.
Continua a leggereIl 12 dicembre ho affidato Lynn, una piccola riccia, a una balia volontaria del centro. Non è stato facile lasciarla andare: mi ero affezionata a lei. Eppure, sapevo che stavo facendo la cosa giusta. Sarebbe tornata libera, felice, nel suo habitat.
Continua a leggereHo già citato la funzione salvifica che la musica ha avuto nella mia – e in chissà quante altre – vita (La Notte delle Ore)
È stata un’amica nella solitudine, un rifugio nella tristezza, la mia voce quando non sapevo come esprimere i miei sentimenti, ma anche la colonna sonora di momenti di gioia e di amore.
Se potessi far capire una cosa al tuo animale domestico, quale sarebbe?
Lui è sempre con me, con tutta la famiglia, a dirla tutta. Sale in auto e porta i ragazzi a scuola la mattina così come li viene a riprendere; fa due passeggiate al giorno nel quartiere; dorme sul lettone, sui divani e sui tappeti quando lavoriamo da casa; ce lo portiamo in gita nei weekend.
Continua a leggereFiere mai sazie paion
governanti e benestanti.
Di oro e potere
non sono mai pieni.
Il metallo pesante
domina il mondo
mentre un bambino
muore di schegge
trafitto.
Sono anni bui,
ma quando mai
c’è stata luce?
La pace è lontana,
or la pace è vicina.
La pace è utopia,
come fiocco di neve
nel Sahara,
come palma
ai Poli.
Ma io, Natura, veglio.
Chiudete gli occhi,
e udrete:
suon di trombe,
scalpiccio di zoccoli.
Giungono a galoppo
i miei quattro cavalieri,
a restaurare l’ordine,
a cancellare l’insulto.
Il Sole si eclissa,
sogghigna alla Luna.
Una sfera di cristallo
vaga per l’Universo:
vuota e oscura,
putrefatta e silente.
E io siedo alla tavola,
con i miei cavalieri.
Viene Giustizia,
seguita da Pace.
In mezzo a loro,
i prigionieri incatenati:
Superbia,
Ira,
Accidia,
Invidia.
A Oblio li consegno.
Giaceranno immortali
negli abissi,
perdendo il senno,
urlando e squarciandosi,
vittime di loro stesse.
Nessuno li libererà:
nessuno sarà rimasto.
Ora la pace è fatta.
Con occhi di stelle
osservo la mia creatura:
appena risorta,
pura come la mia prima alba.
Crescerai bella e forte.
Non conoscerai dolore,
povertà o guerra,
né schiavitù e fame.
Solo io e te,
in un nuovo Eden
di silenzio e bellezza.
Cresci florida,
bambina mia.
Benvenuta Era.
Quando ero piccola, camminavo sempre a testa bassa, goffa e cicciottella, inciampando in ogni cosa. Ma quella “goffaggine” aveva anche un lato positivo: la capacità di notare dettagli che altri non avrebbero mai visto. Oggi, camminando ancora un po’ con lo sguardo rivolto verso il basso, non cerco solo di evitare ostacoli, ma anche di scoprire tesori nascosti che posso trasformare in qualcosa di utile.
Continua a leggereCammina accanto a me,
ma in silenzio.
Percorriamo insieme
questo sentiero di luce,
l’unico che possiamo vivere
come mortali.
Un po’ per mancanza di tempo, un po’ per pigrizia, e un po’ per la volubilità del cielo, avevo rimandato per troppo tempo l’incontro con l’ora dorata.
Ieri, però, ho colto l’occasione. E se per “occasione” intendiamo quella splendida sfera arancione del sole, allora sì, l’ho presa nel suo momento più bello.
C’è un piccolo angolo del mattino
dove i pensieri si fanno parole.
La casa dorme,
tutto è immobile,
tutto è silente.
Quel momento è mio.
Davanti alla tazzina di caffè
sfilano ricordi,
riflessioni,
idee bizzarre,
gioie e rimpianti.
Non mi curo dei capelli arruffati,
non scelgo maschere.
Ho il volto che ho,
nudo, sincero,
e non devo nasconderlo.
Sono io,
seduta in riva a una tastiera,
a pescare parole
tra pause e silenzi.
Le righe fluiscono,
s’infrangono,
riprendono il loro corso.
Passa una barchetta,
carica di cose:
giocattoli, vestiti,
aggeggi e trucchi,
ori e riviste,
ricordi e VHS.
La guardo allontanarsi,
lasciando spazio a sogni:
lavande provenzali,
nuvole sul Sudamerica,
boschi da attraversare,
abbracci di chi c’è
e forse di chi arriverà*.
In questo angolo di giorno
mi racconto
a occhi sconosciuti
che non incontreranno mai i miei.
Un solipsismo agrodolce
che mi svela ciò che ero
e ciò che sono.
E scrivo.
* L’autrice si riferisce ai nipoti.