Passeggiata ai Progni con Mia Figlia

Piedi nel torrente

Con i piedi nell’acqua fresca di un torrente, all’ombra di gentili e maestosi alberi, trascorro un caldo pomeriggio d’estate con mia figlia.

Parcheggio l’auto, prendo la borsa da mare con tutto l’occorrente per asciugarsi dopo il bagno e ci incamminiamo lungo il sentiero che ci porterà a una piccola piscina naturale, o quasi…

Cascatella nel bosco

Addentrandoci nel fitto bosco percepiamo subito l’abbassamento della temperatura regalatoci dalla folta e ricca vegetazione.

Il verde ci riempie gli occhi e lo spirito di pace. Ci lasciamo guidare dai suoni della natura con la mente sgombra da ansie e preoccupazioni.

Lì il tempo sembra che si sia fermato. Non c’è frenesia, non c’è ansia. Natura e solo natura.

Torrente

I raggi del sole pomeridiano filtrano pigri tra le fronde giocando ad illuminare il percorso.

Mia figlia mi guida entusiasta verso la cascatella alla cui base si trova la piscina.

Con passo incerto e traballante la seguo mentre si aggrappa come un ragno mentre scende eccitata verso l’acqua.

Indosso una gonna bianca che mi tocca sotto le ginocchia e un top arancione, sotto ho il bikini.

Già consapevole che l’acqua è troppo fredda per affrontarla immergo i piedi – ah, che frescura! – e mi siedo sul tronco di un albero caduto.

Cascatella

La bambina è già pronta per tuffarsi. Richiede la mia attenzione per mostrarmi orgogliosa la prova di coraggio che sta per affrontare: 1, 2, 3… imm…! No, ci ripensa perché l’acqua è una brocca d’acqua a cui hanno aggiunto un po’ troppi cubetti di ghiaccio, ma non demorde.

1,2 e… 3! Effettua una rapida calata e comincia a nuotare nell’acqua cristallina.

Io la osservo e le scatto alcune foto per immortalare questo splendido pomeriggio.

Ormai i piedi si sono abituati e ciò che provo è un magnifico refrigerio. Mi guardo intorno e penso che questi siano i momenti che rendono la vita degna di essere vissuta.

Piscina quasi naturale

Dopo poco mia figlia mi chiama per avvertirmi che c’è un’altra piscina dove si trova un’altalena sospesa sul pelo dell’acqua.

Perché andar via? Perché lì è più bello. A malincuore spezzo l’incantesimo di armonia e riprendo a seguirla.

Dopo pochi metri eccoci arrivate all’altalena.

La vasca in realtà non è di formazione naturale, ma poco importa perché il risultato è davvero bello!

La bambina si tuffa mentre io continuo ad asservarla questa volta da un muretto.

La gonna bianca è bagnata e si appiccica alle gambe mentre cammino qua e là lungo il corso d’acqua.

Terminato il bagno, con la pelle abbronzata ma fredda come una statua di marmo, si asciuga avvolgendosi nel telomare e sedendosi al sole accanto a me.

Facciamo giochi vecchi come lanciare sassi e cercarne alcuni delle più svariate forme.

Vorrei che la mia mamma fosse qui… Anzi, vorrei aver trascorso con lei giornate come questa quando ero bambina.

Il pensiero mi vela il viso di nostalgia, ma adesso voglio godermi oltre presente!

È ora di tornare all’auto e decidiamo di farlo seguendo il percorso del progno.

La gonna ormai è fradicia e si appiccica alle gambe rendendo i movimenti poco fluidi, ma poco importa, mi sto divertendo e rilassando tanto come non accadeva da tempo.

Mamma e figlia arrivano sane e salve alla macchina promettendosi di tornare a vivere questa magica avventura.


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