La storia di Lynn il riccio – (V parte). Epilogo

Il 12 dicembre ho affidato Lynn, una piccola riccia, a una balia volontaria del centro. Non è stato facile lasciarla andare: mi ero affezionata a lei. Eppure, sapevo che stavo facendo la cosa giusta. Sarebbe tornata libera, felice, nel suo habitat.


Prima di partire, ho preparato per lei una borsa dell’acqua calda avvolta in un morbido pile da sistemare sotto la sua casetta natalizia. Speravo così di proteggerla dallo shock termico. Nel bagno, il suo rifugio, la temperatura era costantemente sui 21-22 gradi, mentre fuori l’aria invernale era pungente.

Lynn, ignara di tutto, dormiva nella casetta. Si era raggomitolata sotto il pile per il suo pisolino diurno. Una scena dolce che mi stringeva il cuore. Fuori, il sole splendeva, ma era già basso all’orizzonte, pronto a scomparire dietro la montagna.

Arrivati alla sua nuova casa, una corte con annesso un piccolo vigneto, siamo stati accolti con calore dalla balia. Non potevo crederci: la conoscevo! Avevamo cantato nello stesso coro più di vent’anni fa. La vita, a volte, sembra un ciclo che si chiude in modo perfetto.

La corte era perfetta per Lynn: silenzio e natura, pace e isolamento dal caos. Un piccolo recinto l’attendeva. Dentro, tre casette di legno poggiavano su un letto di foglie. Le ciotole per l’acqua e il cibo erano già pronte.

“Non posso credere che tu sia Annalisa!” ha esclamato la balia con un sorriso, dopo averle chiesto se era proprio lei l’ex bambina che cantava nel coro con me. Sono ormai passati più di vent’anni, ma il suo nome particolare e i suoi occhi mi sono rimasti impressi. Eh, già,era proprio lei!



La balia mi ha chiesto subito se Lynn avesse parassiti. Le ho raccontato delle tre zecche che avevo rimosso con cura e di non aver notato altro. Per sicurezza, ha spruzzato un antiparassitario sulla piccola riccia. Lynn, infastidita, si è chiusa a palla, ma poco dopo si è tranquillizzata ed è tornata a dormire nella sua nuova casa.

Vicino al recinto, un mobile pieno di medicinali e rifornimenti per animali mi ha fatto pensare: Qui sarà amata e curata. Mentre parlavamo, la balia mi ha spiegato che presto sarebbero arrivati altri due ricci e che sperava in una convivenza serena. Prima di salutarci, mi ha raccontato come diventare volontaria.

Lasciandola nelle sue mani sicure, mi sono ritrovata a riflettere sul senso della vita. Durante una passeggiata con Ben, il mio cane, pensavo: Come madre, il mio compito più grande è crescere persone rispettose, oneste e compassionevoli. Ma c’è dell’altro.

Quando sono arrivata alla colonia felina che accudisco, ho capito: la mia seconda missione è aiutare le creature indifese. Gatti, ricci, animali in difficoltà. Ma anche esseri umani: chi è discriminato, chi cerca conforto. Aiutare loro mi aiuta a curare la mia bambina interiore ferita.

Far del bene fa bene. È il mio motto. E se qualcuno mi vuole chiamare crocerossina, che lo faccia pure.

Mentre il sole calava dietro la montagna, ho salutato Lynn con la promessa di rivederla un giorno, libera e felice, nel cuore della natura.

Buona vita, Lynn.


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