Il crepuscolo è una caramella all’orzo; ne ha lo stesso colore ambrato. Lo gusto come quella caramella dolce ma dal retrogusto amaro. E come quella caramella il crepuscolo mi è dolce perché preludio al silenzio e alla calma della sera, ma allo stesso tempo amaro in quanto segna la fine di un altro giorno di vita.
L’ho vissuto degnamente? Non è andato sprecato, vero? Come lo zucchero, quel giorno andrà via via sciogliendosi per sempre per non tornare più.
Ho fatto del mio meglio? Ho dato quel che potevo dare oppure ho lasciato le ore scorrere come sabbia in una clessidra?
Non dovrei neanche chiedermelo. Dovrei dare per scontato – e accettare il fatto – che ogni giorno trascorso sulla Terra non è scontato, e anche se quel giorno, o quei giorni, sono semplicemente esistita, si è trattato pur sempre di un giorno di vita in cui non tutti gli esseri hanno avuto il privilegio di assaggiare la caramella del crepuscolo. Gratitudine.
E poi il sole se ne va cedendo il trono del cielo alla Luna e alle sue ancelle stelle.
E cala il silenzio come un pesante sipario di velluto blu sulla Terra. Il tanto agognato silenzio! Bramato durante il giorno frenetico che non lascia spazio alla riflessione e al viaggio silenzioso nel sé più intimo.
Ho, abbiamo, bisogno di fermarci e di fermare l’attimo, concederci il tempo di scartare la caramella e sentirne lentamente la consistenza e il gusto sulla lingua.
È un momento per sé, quello, da ricordarsi afferrare e proteggere anche quando la luce del sole e il trambusto del mondo sembrano non lasciarci scampo: fai, vai, muoviti e non fermarti!
Fermati, respira e rientra in te, nell’attimo presente! Fallo anche per due minuti, non aspettare sempre il crepuscolo!
E quando questo arriva e l’ingranaggio del mondo si arresta, non pensare al domani ché del domani non vi è certezza.
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