La storia di Lynn il riccio (parte II)

Costruiamo cassette per ricci


Sempre la curiosità mi portò ad installare una videocamera accanto alla ciotola di croccantini del riccio. In questo modo potevo osservarlo mangiare e bere: era un concentrato di dolcezza!

Intenzionata a farlo vivere nel mio giardino, decisi di costruire una casetta che assomigliasse il più possibile ad una tana; ricoprii quindi una scatola di foglie e rametti e la lasciai accanto allo scuro della cucina.

Immagine tratta dal profilo IG @yellowbeakanimalshelter


Misi come esca delle crocchette per farlo entrare e funzionò, ma il giorno dopo, anziché trovare il riccio addormentato, la casetta era vuota.

Non mi rendevo conto che l’animale non avrebbe mai vissuto accanto a noi rumorosi esseri umani! Se poi aggiungevo la presenza del cane, le possibilità scendevano a zero.

Visione doppia

I due ricci e le due casette

Non passò molto tempo che i ricci da uno diventarono due, e alla prima casetta se ne affiancò un’altra. Tuttavia, di residenti nemmeno l’ombra.
Spostai quindi il rifugio costruito con materiali di recupero e tanto amore sotto l’albero, ma nulla cambiò: i ricci continuavano a preferire le loro tane, dovevo farmene una ragione!

La missione

Sono fieramente volontaria!

La loro discreta presenza allietava le mie notti. Omai lasciare croccantini e far trovare acqua pulita era diventato per me un compito, anzi, una vera e propria missione.

Promisi infatti a me stessa che avrei cercato in ogni modo di rendere la vita di questi schivi animaletti il più confortevole possibile per evitare soprattutto che andassero a cercare cibo altrove con il rischio – quasi inevitabile – di essere investiti dalle auto sempre troppo spesso in corsa.

Il letargo

L’ estate volgeva al termine e presto i ricci sarebbero andati in letargo per passare l’inverno.
Non li avrei più rivisti fino a Primavera, quando le giornate diventano più miti.

Flo è stato il primo ospite, quello che mi ha sfiorato la mano con il musino

Durante questo lungo periodo il battito cardiaco rallenta fino a circa 8 battiti al minuto e il grasso corporeo accumulato durante la primavera e l’estate lo proteggono dal rigore dell’Inverno. Al riparo dal freddo e dalle intemperie il riccio si rifugia “in luoghi isolati, in  siepi, sotto le radici degli alberi, o in piccoli anfratti naturali” (Google Gemini).

La prossima settimana parlerò di Lynn, lo giuro!

Leggi anche: La storia di Lynn il riccio (parte I)

Lynn in versione natalizia!

Link utili

Progetto Natura Lago ODV

Progetto Natura Lago ODV Facebook

Yellow Beak Animal Shelter

Leggi la storia


Scopri di più da Annatureblog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

3 pensieri riguardo “La storia di Lynn il riccio (parte II)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *