Ti ho raccolto da sotto cumuli di foglie marce, torsoli di mela e bucce di frutta in decomposizione.
Eri una minuscola radice tenuta in vita dal terreno umido ma ricco di nutrienti.
Una minuscola radice che spuntava dal suo nocciolo. Chi avrebbe mai pensato che da quel flebile filo di vita sarebbe cresciuta una pianta?
Ho voluto avere fiducia in quella piccola radice, ho voluto credere che avesse la forza per crescere e svilupparsi; l’ho raccolta, invasata e ho atteso che il tempo facesse il suo decorso.
Nella solitudine del vaso la radice ha cominciato a crescere e a fortificarsi fino a diventare un ramoscello, e poi un tronco, e poi dal tronco sono spuntati rami e foglie.
La pianta è cresciuta in altezza, irrobustendosi via via sempre più, fino a diventare un sano alberello.
Eppure giaceva sotto cumuli di marciume, esposta alle intemperie e sola: una vita degna di essere vissuta ma, utilizzando le parole del filosofo, solo in potenza.
Aveva bisogno di qualcuno che credesse in lei per crescere forte e sicura.
Questa esperienza può essere metafora di alcune vite, quelle vite la cui forza e voglia di continuare a vivere non è morta, ma solo sepolta sotto strati di delusioni, disillusioni, critiche e rimpianti.
Quelle vite che, se salvate in tempo con l’aiuto di qualcuno che crede fortemente in loro, possono ancora rinascere, fortificarsi e splendere.
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