Di cosa ti lamenti di più?

Every generation
Blames the one before
And all of their frustrations
Come beating on your door
The Living Years, Mike and the Mechanics
Come tutte le vecchie generazioni che si rispettino, mi lamento dei giovani d’oggi.
E lo faccio con tutti i luoghi comuni del caso!
I giovani d’oggi vogliono tutto e subito. Sono apatici, senza voglia di lavorare. Pensano solo ai soldi e alla fama. Non rispettano più i genitori, né le autorità. Sono sempre annoiati. Hanno ricevuto troppo, sono stati abituati bene, eppure non si accontentano mai. Non sanno cos’è l’attesa. Sono violenti. Ormai sono tutti ADHD (ai miei tempi si diceva ‘vivaci’). Non hanno interessi. Non hanno ambizioni. Non vogliono impegnarsi.
Noi non eravamo così…
Ah, i giovani d’oggi… E noi? Noi della generazione precedente, quella senza questi videogiochi aggressivi, senza social, senza AI?
Oh, tutta un’altra storia!
Noi sì che sapevamo divertirci davvero! Ci bastava un muretto, un “Cuore di Panna” (il gelato) e la voglia di stare all’aria aperta, mica come questi hikikomori che si nutrono di cibo in delivery e stanno chiusi in camera come vampiri! Roba da far invidia al Giovin signore del Parini!
Noi studiavano, ci impegnavano, faticavamo ed eravamo ricchi di belle speranze per un futuro radioso! Non come questi disillusi e choosy bamboccioni perennemente sdraiati sul divano!
Alieni da un cocoon
Noi e loro, passato e presente: come sempre, due fazioni contrapposte e in guerra, nate tuttavia sotto lo stesso tetto, e che, fino a prova contraria, hanno ricevuto i nostri valori, la nostra educazione, almeno in parte, la nostra forma mentis.
Ma loro, i giovani, sono loro: alieni generati dal caso che si sono sviluppati in autonomia – probabilmente in un cocoon -, e poi un bel giorno, improvvisamente, caro genitore, ti rendi conto di averne uno per casa perché urla, protesta, non muove un dito e pretende tutto.
Allora tu, genitore-che-hai-vissuto-davvero cerchi di infondere con i racconti della tua sana e vitale infanzia/adolescenza (giocavamo a campana e all’elastico, noi) qualche bit di vita nel figliolo che annuisce a ciò che dici solo perché indossa le iPod (o perché forse si sta sgranchiendo il collo anchilosato, chi lo sa…), mentre il nonno sessantottino ti ricorda sconsolato:
“Mio nipote non è mica come te, figlio mio debosciato! Cresciuto a girelle, Bim Bum Bam e Nintendo! Pensa un po’: anche su di te dicevano che eri pigro e senza valori. Ma tu no, tu eri diverso. O almeno così ti piace ricordare.”
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Argomento delicatissimo. Io personalmente nutro affetto per questi giovani che si trovano in un mondo tutto sbagliato. Posso capire la confusione in cui si trovano, costretti a dover vivere dove tutto è il contrario di tutto. Dove se non appari non sei nessuno, dove se ti impegni sei un fesso, dove sei semplicemente una merce, non un consumatore. Ah, quante ce ne sarebbero da dire. Io come genitore non avrei saputo come poterli supportare e cosa avrei dovuto insegnare loro, in questo mondo. Ho quindi evitato di ricoprire questo ruolo (so di dire una cosa impopolare). Sinceramente non avrei retto nel vedere mio figlio in balia di questo mondo. Sono egoista? Sicuramente si. Sono pentita? Sicuramente no.
Non posso che concordare! “Non sanno aspettare”, i giovani, sento e leggo: ma se il consumismo – diamo la colpa a lui, valà !- gli propone gli articoli natalizi a fine agosto, con quale spirito vivono la festa? Che tra le altre, non appena finisce, è già pronta la successiva!
Sugli scaffali di un supermercato ho visto i “galani” (chiacchere?) ancor prima della Befana! Ma questo è solo un piccolo esempio.
Crescere degli adolescenti è una lotta donchisciottesca. La società va decisamente in “direzione ostinata e contraria” a quella dei genitori come noi, che , per debolezza – e sfinimento – cediamo spesso.
E basta con questa equazione “impopolare” donna=mamma! Una donna è una donna. Punto. Ah, no, è un’ egoista che pensa solo al proprio divertimento/benessere e non vuole responsabilità. 😉