È passato un anno – E Sono Tornata a Scrivere su questo Diario

The opening

Era la notte dell’11 agosto 2023 quando aprii il blog e promisi a me stessa che questa volta sarei stata costante con la pubblicazione dei post. 

Ci ho provato, ma non è sempre andata così… O meglio, ho iniziato con il piede giusto e poi non ho più dato la priorità alla scrittura perché, come spesso accade, mi lascio trascinare da mille diverse attività che durano il tempo dell’emozione di averle iniziate: svanita tale emozione, l’interesse crolla a picco per iniziare qualcosa di nuovo.

Tra gli hobby di quest’anno annovero: la costruzione di casette in legno per animali, l’uncinetto (in realtà mai iniziato!), la pittura ad acquarello e l’hand-writing. 

Poi ci sono i classici intramontabili tra cui la fotografia e la lettura. 

L’alibi

Trovo sempre un alibi, una scusa per giustificare un’incostanza di base, un’incontenibile voglia di provare qualcosa di nuovo, di mettere alla prova le mie capacità, o più semplicemente di dare un senso alle giornate allontanando la noia. Perché la noia porta alla creatività, e io di idee creative ne ho forse fin troppe…

Non dovrei essere così severa con me stessa! Sicuramente avere tanti interessi è più che positivo, sebbene dispersivo; dico solo che vorrei innamorarmi di un’attività, portarla avanti e padroneggiarla.

Divago 

Il tema centrale del post era il compleanno del blog: com’è che sono finita a parlare di hobby e costanza? 

Ah, giusto, l’alibi del tempo… Ecco, oltre a quello c’è l’horror vacuii del foglio elettronico!

Che scrivo? Per chi lo scrivo? L’argomento sarà troppo banale e quindi è meglio attendere l’illuminazione per un articolo poetico e profondo oppure è necessario sfornare “qualcosa”, qualunque cosa, per far sapere ai lettori- quali? – che l’autrice è ancora viva e vegeta?

Statistiche 

Non giriamoci intorno facendo i modesti: veder salire il numero di visite alla pagina fa piacere. 
Quel che scrivo viene letto e se viene letto vuol dire che qualcuno sa della mia esistenza, e se esisto allora sono vivo… e qualcuno se n’è accorto, oltre a mamma e papà. 

Narcisismo? Umano e comprensibile bisogno di affermare la propria presenza sulla Terra? Perché altrimenti si scrive, si fotografa, documenta, etc…se non che per lasciare un segno del proprio passaggio ai presenti e ai posteri? Io c’ero in quel momento, ero lì e questo scritto/fotografia è la mia testimonianza!

Dal privato al pubblico 

Se una volta tuttavia questa testimonianza era appannaggio di scrittori e fotografi, adesso tutti noi, più o meno gratuitamente, grazie – o purtroppo – ai social network possiamo lasciare la nostra traccia, ma soprattutto, siamo in grado di condividerla in tempo reale con il mondo.

Spesso mi chiedo se ciò che scrivo, filmo e fotografo potrà essere interessante per qualcuno… Poi mi consolo, che pur trattandosi di un monologo, sicuramente lo lascerò in eredità ai miei figli, che avranno (forse) un ricordo quotidiano della loro mamma.

Ok,post lungo e un po’ confuso, ma siamo a Ferragosto, quindi, tanta carne al fuoco ci sta pure! 

Agosto – La Calda Estate della Pianura Padana

Sarà pure afosa e “piatta”, ma la Pianura Padana offre agli occhi dello spettatore una campagna che non ha nulla da invidiare alle vaste praterie americane.

La fotografia richiede tempo e pazienza, due doti pressoché sconosciute ai bambini, ragion per cui queste foto sono state scattate “al volo” mentre percorrevamo la tangenziale che dal residence ci portava a Caorle (VE).

Il tempo, metereologicamente parlando, a parte qualche temporale, è stato clemente permettendomi di scattare foto dai colori vividi e brillanti propri della natura dopo una tempesta estiva.

I casolari abbandonati dove sono passate vite tra sorrisi e lacrime, nascite e morti, sono tra i miei soggetti preferiti da fotografare, così come le distese di granturco che si stagliano contro il cielo blu. Qualche nuvola passeggera all’orizzonte completa il paesaggio di vangohghiana memoria.

E l’estate diventa poesia e ricordo, un ponte che collega il passato al presente, l’attimo assolato e imperituro fermato dal rapido click di uno shutter.