Rispettare i confini umani

Il cane Ben

Se potessi far capire una cosa al tuo animale domestico, quale sarebbe?

Lui è sempre con me, con tutta la famiglia, a dirla tutta. Sale in auto e porta i ragazzi a scuola la mattina così come li viene a riprendere; fa due passeggiate al giorno nel quartiere; dorme sul lettone, sui divani e sui tappeti quando lavoriamo da casa; ce lo portiamo in gita nei weekend.

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Poesia – La coperta di Nostalgia

Cosa ti fa sentire nostalgia?

I peluche attendono nuovamentee
immobili nella cesta una carezza.
Le mie braccia vorrebbero
cullarvi ancora
per farvi addormentare.
Le manine impiastricciate
nella pasta e nei colori
rendevano le ore liete e creative.
Le passeggiate nei boschi,
di sole o di nebbia,
vi facevano scoprire la natura.


Avrei voluto essere
una rasserenante presenza,
un sorriso premuroso.
Avrei voluto darvi ancora  più amore
e meno giochi.


L’altalena adesso è ferma
e il parco vuoto.
La carrucola, tanto ambita
dai voi bambini,
ciondola sola e abbandonata.
Le ore trascorse nel negozio di giochi
dove i vostri occhi si riempivano
di attese e desideri,
sono un lontano ricordo.


La nostalgia è una caramella al rabarbaro:
dolce, dal retrogusto agre,
ma gustane tutta la dolcezza
sul momento, prima che scompaia
e conservarne il ricordo!

Dovrò crescere anch’io con voi,
e ogni età serberà i sui momenti preziosi
che col tempo diverranno memoria,
e mi lascerò abbracciare da essa
quando la nostalgia diventerà
un ospite invadente.


Abbiamo ancora tempo,
non tantissimo,
ma ne abbiamo
per raccogliere e conservare
foglie e fiori
da fare essiccare.
Ne abbiamo
di momenti da fermare,
pagine da sfogliare,
foglie da  toccare e
video da rivedere
ridendo insieme.

In quei momenti
la nostalgia allora sarà alle nostre spalle
e ci poserà addosso
una coperta morbida  per tenerci
tutti uniti, insieme.
E poi ognuno tornerà
alle attività della propria età:
un tiro a pallone con gli amici,
i piccoli, grandi segreti con le amiche.
E noi saremo lì ad osservarvi
da lontano e da vicino,
mentre Nostalgia
ci darà due pacche sulle spalle
invitandoci a continuare a vivere.

Non abbiate fretta di diventare grandi!

Poesia – Il Riccio: l’Errabondo al Chiar di Luna

Questo poemetto nasce dal desiderio di raccontare la notte attraverso gli occhi di un riccio, creatura timida, affascinante e ancora poco conosciuta.

Con gesti semplici e immagini evocative, ho cercato di mostrare la sua vita silenziosa, fatta di piccoli passi, odori fiutati e momenti di quiete.

È un piccolo invito a rallentare, a osservare ciò che spesso passa inosservato, a ritrovare la bellezza nella semplicità.

Spero che queste righe ti portino un po’ di quella pace che solo la Natura, nel suo ritmo eterno, sa regalare.

Il riccio: l’errabondo al chiar di Luna
il riccio in giardino

Quattro minute zampette

sorreggono un corpo

tondo e tozzo.

Il crepitío delle foglie

preannuncia la sua

visita notturna.

riccio comune Erinaceus europeaus

Musetto aguzzo ed esploratore

sul sentiero di terra e sassi,

scopre i profumi della Natura.

Veloce, eppur goffo,

il riccio si pone in cerca

di cibo e d’acqua.

Riccio comune che si abbevera

Giunge ad una fonte,

trae fuori la linguetta

e si disseta.

Volge il capo,

annusa l’aria

e, traballando,

si pasce di ció che trova.

Una crocchetta,

indi un’altra

e un’altra ancora.

Erinaceus Eeuropaeus in giardino

Il giardino altro non è

che un vasto luna-park.

Tra la luce fievole dei faretti

passeggia indisturbato:

non vi sono pericoli

qui al rifugio.

zampa di riccio comune

Al calar del sole

quiete e pace,

silenzio e vite fugaci

animano la notte.

La bestiola

torna a sfamarsi

poi si arresta.

Due piccoli spilli,

gli occhi,

osservano curiosi

il giardino.

riccio comune in giardino

Un breve giro intorno alla ciotola,

e poi ancora un sorso d’acqua.

Egli basta a se stesso,

non cerca compagnia.

Vita errabonda e solitaria;

la sua dimora

una catasta di legna

tra le sterpaglie.

Giunge l’alba:

è ora di andare a dormire.

La picciola palla di aculei

troverà quiete per tutto il giorno.

Anima mansueta

nel carosello vorticoso

del mondo.

Vestito di tenebra,

attenderà nuovamente

il chiarore delle stelle

sul sentiero argenteo di luna.

muso di riccio comune

Tutte le foto presenti nell’articolo sono state scattate nel mio giardino, dove, da circa tre anni, i ricci – nome scintifico Erinaceus europaeus – trovano un piccolo paradiso.

Segui le loro avventure su Instagram

Ami gli animali e le loro storie? Seguimi su Instagram per scoprire le avventure dei ricci, e dei tanti altri ospiti speciali di Yellow Beak Animal Shelter! Ogni post è un’occasione per entrare nel loro mondo e vivere insieme a loro momenti unici e dolcissimi. Ti aspetto per condividere insieme questa passione!

Ho un riccio in giardino: cosa fare?

Se hai visto un riccio nel tuo giardino, è un buon segno! Questi animaletti sono ottimi per il giardino perché si nutrono di insetti e lombrichi, tenendo tutto in equilibrio. Se vuoi attirarne di più, prova a piantare qualche cespuglio denso o piante che offrano rifugio e cibo. Lascia anche un po’ di disordine, come mucchi di foglie o rami, così troveranno un bel posto dove rifugiarsi. E cerca di evitare pesticidi, che potrebbero far loro male.
Se vuoi fare un favore ai ricci nel tuo giardino, ecco cosa puoi fare:
1. Cibo: Puoi lasciare un po’ di crocchette per gatti o carne macinata cruda (senza spezie o sale). Però niente latte o cibi troppo grassi, che non fanno bene a loro.
2. Rifugi: Lascia qualche mucchio di foglie o rami in un angolo tranquillo. Sarà il loro posto perfetto per riposarsi e nascondersi.
3. Evita pesticidi: Non usare pesticidi o erbicidi, altrimenti fanno male a loro e a tutto ciò che mangiano.
4. Acqua fresca: Metti una ciotola con acqua fresca, soprattutto quando fa caldo.
5. Sicurezza: Se hai una recinzione, controlla che non ci siano buchi dove i ricci possano rimanere intrappolati.
Così facendo, renderai il tuo giardino un posto più sicuro e accogliente per i ricci!

Il riccio non sta bene: cosa fare?

Se trovi un riccio ferito, è importante agire subito. Ecco cosa fare:
1. Non toccarlo troppo: Usa dei guanti per prenderlo, così non lo stressi troppo e non gli lasci il tuo odore.
2. Controlla la ferita: Se è una cosa piccola, tipo un graffio, puoi pulirla con acqua tiepida e disinfettante. Se è grave o il riccio è debole, portalo subito da un veterinario specializzato.
3. Fagli un rifugio: Mettilo in una scatola con del fieno o coperte in un posto caldo e tranquillo. Non farlo stare in un angolo troppo freddo.
4. Cibo e acqua: Dagli crocchette per gatti e acqua fresca (ma niente latte, che gli fa male).
5. Chiedi aiuto: Se non sei sicuro, chiama un centro di recupero per animali selvatici (CRAS) o un veterinario che sa cosa fare.

Gatti rurali – L’Amore e la Cura per una Colonia Felina

Gatti sotto foglie di vite
 
Verdi sono gli occhi come le foglie della vite.

Con morbide zampette, in posa solenne, d’aspetto fiero e sicuro, questo gatto osserva curioso la fotografa.

Accanto a lui riposa pacifico un suo simile.
 
È quasi sera ormai, e i gatti attendono la notte e i suoi suoni ovattati.
Nell’aria vaga l’odore del fieno umido e della stalla.
Infine tramonta il sole e la fattoria pian pianosi addormenta.
Tuttavia i gatti, che appartengono alla notte,
ne calpestano silenziosi il sentiero
curiosando attentamente con l’umido musetto.
Trovano riparo nella stalla, tra il fieno e la paglia; si fermano per lavarsi delicatamente il manto, poi escono di nuovo avventurandosi nell’erba incolta.
 
Li sorprende il mattino con aria tersa e frizzante; si accoccolano guardinghi in luoghi remoti e indisturbati.
 
Chiudono gli occhi e dormono un po’ in attesa di una scodella di cibo e di una carezza.
I passanti li osservano rapiti e incuriositi, ma loro non sembrano curarsene e proseguono con le loro attività quotidiane principali: lavarsi, dormicchiare e mangiare.
 
Sono una colonia felina formata da circa una decina di gatti. Chi si prende cura di loro come me li chiama con i nomi più svariati. Chissà che crisi di identità ciò genererà in loro!
 
Chans il gatto
 
Personalmente ho scelto dei nomi esotici in base alla musicalità delle parole e delle caratteristiche personali degli animali:
 
Whiny il piagnucolone;
Grumpy quello sempre accigliato;
Scary Cat il gatto impaurito;
Lone il solitario;
Al/Ally (Capone) il gatto nero che spadroneggia;
Bib il gatto con una macchia bianca sotto il mento che ricorda un bavaglino;
Chans che in lingua d’oc significa “canzone”, scelto per la dolcezza del suono
 
Sono gatti liberi: non hanno né padrone né guinzaglio, ma cercano amore come tutti gli esseri viventi e alcuni di loro lo fanno capire strusciando delicatamente la coda sulle tue gambe. Una coccola sulla testolina e un po’ di gioco, perché il cibo è necessario ma non sufficiente per vivere. Anche il cuore richiede nutrimento.
 
 
Selvatici e impauriti dall’uomo, alcuni gatti, nonostante ci si avvicini a loro con estrema delicatezza, restano guardinghi e timorosi. Chissà cosa avranno vissuto, penso tra me e me.
 
 
Mi accovaccio in mezzo a loro e riempio le ciotole; si avvicinano, si fermano e mi guardano ansiosi di mangiare le loro crocchette.
 
Pur non fidandosi totalmente, credo riescano a percepire l’affetto che provo per loro e questo pensiero mi basta per farmi stare bene.
 
 
Sono belli, i gatti mentre sonnecchiano placidi nel sole: il mondo gira vorticoso, si affanna e si scanna per la materia mentre loro sono lì, immobili ed eterei in perenne armonia con la Natura.
Gatti colonia felina

Alle prime luci del mattino – cappuccino e fotografie

Il cielo possiede ancora i colori, le luci e i profumi della notte quando la sveglia suona. 

Di solito la batto sul tempo aprendo gli occhi e stiracchiandomi prima di lei; ma se mi sorprende nel mezzo di un sogno, provo nei suoi confronti un certo rancore; cosa ben diversa è invece se mi apre la via di fuga per scappare da un incubo.

L’allarme e la sua melodia dolce ma insistente; le silhouette dei rami che sbirciano curiosi cosa accade in camera da fuori la finestra; i primi canti degli uccelli dell’alba avvertono che la Primavera è un po’ in anticipo… Tutto questo riassume per grandi linee la routine del mio mattino. 

A volte vorrei restare sotto le coperte altri cinque minuti, a volte la macchina del caffè mi chiama per scendere in cucina a prepararmene uno nel silenzio ancora immobile della casa. 

Mi siedo sul letto mentre infilo un braccio e poi l’altro nella morbida vestaglia di pile: passo di abbraccio in abbraccio, dal piumone alla vestaglia rosa. 

Infilo alla cieca le ciabatte. Se per qualche strana ragione sono lontane dal letto, devo  tentoni con il piedi

Il cane si stiracchia e mi dà il suo pigro buongiorno. Sonnecchia ancora, ma non appena sentirà il rumore della scatola di biscotti in cucina, scenderà le scale picchiettando le unghie sul legno per chiedere la colazione. 

Accendo la luce della cappa. Mi piace la penombra e le sottili ombre che getta sui pensieri del giorno. 

La luce della macchinetta del caffè intanto è diventata verde! Finalmente posso svegliarmi definitivamente, o quasi… Aziono il tasto e dalla cialda scorre la nera e corroborante bevanda.

Ne annuso il profumo mentre apro le persiane: anche il giardino è ancora silente; i piccoli amici alati si staranno svegliando a loro volta nei nidi pronti ad animare il giardino. 

Non so cosa succederà oggi, ma se c’è il sole si parte già con il piede giusto.

La colazione veloce a base di cappuccino istantaneo e due biscotti digestive. Poi il secondo o il terzo caffè per darmi la carica…. Dai, manca poco e poi mi sveglio sul serio!

Chiamo i bambini che dormirebbero ancora per molto più di cinque minuti, ma è ora di prepararsi per andare a scuola.

Eh, non è mica facile! La voglia latita e l’attesa di tornare già a casa ancor prima di partire è forte. Niente scuse, ragazzi! La giornata è dura per tutti, ognuno ha  proprio lavoro da svolgere

Saliamo in macchina che il cielo adesso è chiaro e dalla presenza di nuvole o meno capiamo già che piega prenderà la giornata. Speriamo che il sole a mezzogiorno sia ancora lì ad accarezzarci il volto.

Guido tra automobilisti frettolosi, bambini e ragazzi infreddoliti alla fermata dei bus e cani avvolti in soffici cappottino dai loro premurosi padroni.

Parcheggio, saluto e do il mio in bocca al lupo ai bambini – ormai ragazzi – e poi, dopo aver assicurato il cane alla pettorina, ci avventuriamo insieme alla ricerca di squarci e soggetti fotografici. 

Abbandonare il letto sicuro e caldo è difficile, ma per scatti come questi ne vale proprio la pena!