Nella tua fragilità sei fortunata però; trascorri la giornata nei luoghi più ameni della Terra: sonnecchi nella gialla corolla di un fiore, osservi il mondo da uno stelo, resti ancorata alla fredda rete metallica di un campo, dormi serena dondolandoti su una spiga di grano.
Tutta la tua vita è raccolta in una spirale perfetta, perfetta come l’ordine del Cosmo di cui sei parte. Il candore del tuo guscio risalta tra l’erba alta e fitta; immobile, nel tuo sconfinato regno, trascorri la vita con estrema semplicità, non hai pensieri, tu.
Può capitare però che il tuo delicato nido malauguratamente si rompa, ma Madre Natura ti ha dato la capacità di rigenerarti. Lì, dove il tuo guscio è rotto o crepato, tra qualche tempo, strato su strato, se ne formerà uno nuovo. Sei paziente, non hai mai fretta, tu.
E noi esseri umani cosa abbiamo per difenderci se non che il nostro cuore e la nostra mente? Siamo emotivamente scoperti dalla nascita: non abbiamo protezione alcuna contro le ferite da parole d’astio, da sguardi carichi di disapprovazione, da delusioni, illusioni e false divinità schiaviste.
Impreparati, disarmati e sprovvisti di un luogo sicuro dove poterci sempre riparare, siamo costretti a costruirci una labile barriera di sabbia, che col passare degli anni diventa mura di cinta; e noi, dall’alto della nostra torre, osserviamo il mondo indossando una più che coriacea armatura.
A quel punto, nel bene e nel male, siamo impenetrabili, nulla – all’apparenza – più ci tange: ci sentiamo forti con le nostre protezioni in lega di risentimento, invidia e superbia. Finalmente, anche noi esseri umani, come te, lumachina, possiamo nasconderci nella nostra casetta, ma non ci sono amabili fili d’erba né gialle corolle.
Ci chiudiamo in noi stessi, convinti di non soffrire più con il nostro guscio addosso, ma la realtà è che siamo sempre più indifesi e soli.