Un risveglio…piumato – Il Piacere di Risvegliarsi al Canto degli Uccellini

Joy la cinciallegra

Sono le cinque del mattino.

Ancora assonnata scendo le scale e mi dirigo verso la Dolcegusto. Il caffè non mi piace particolarmente, ma ne bevo tre-quattro tazzine ogni mattina. Abitudine? Probabilmente. Dopotutto, anche noi esseri umani, come gli animali, viviamo di abitudini, senza di esse ci sentiremo persi…

Spalanco la porta-finestra: è il momento di far entrare la luce nel salotto in penombra e uscire in giardino a godersi l’aria ancora frizzante del mattino prima dell’arrivo della calura estiva.

Il caffè è pronto. In una mano il cellulare, nell’altra la tazzina. Esco in giardino e mi siedo sulla sdraio nel mio cantuccio.

Da lontano sento già le automobili sfrecciare e mi ricordano la frenesia del nostro tempo, ma il giardino, il mio piccolo angolo di paradiso, quello è un tripudio di pacifici suoni ancestrali.

Piccolo di tortora dal collare

Gli uccellini sono già svegli da tempo, da quando i primi raggi del sole iniziano ad illuminare la nostra parte di Terra.

Il pigolio dei piccoli ancora protetti al sicuro nel nido e dai loro genitori sono il miracolo della vita che, nonostante tutto, si rinnova di stagione in stagione, di anno in anno.

La casa è ancora immersa nel silenzio. I bambini, a differenza degli uccellini, dormono nei loro letti, ma, proprio come quest’ultimi, sono anch’essi ancora protetti da noi genitori.

Ezio il merlo

Entrambi spiccheranno il volo verso la vita, e noi osserveremo il loro volo, consci di aver fatto del nostro meglio per insegnargli a volare.

Le stagioni passano

margherite di montagna

nebbia nei campi
Ecco, lo sapevo, non riesco a mantenere in vita un blog! 
L’avevo detto io quando ho riaperto questo ennesimo “diario virtuale” che la costanza non è certamente una mia dote.
Io ci ho provato – e per un po’ mi è andata anche bene -, ma poi la vita arriva precipitevolissimevolmente e io non riesco a trovare il tempo da dedicare a tutti i “millemila” progetti che partono e poi finiscono (se non nel dimenticatoio, sicuramente nell’ inesorabile scorrere del tempo).
Dovrei organizzarmi. Sì, dovrei organizzare tutta la settimana: il lunedì, pulizie; il martedì, Zumba; il mercoledì mi dedico alla fotografia; il giovedì è tutto per il blog; il venerdì di nuovo pulizie e il weekend relax, ovvero, passeggiate e & bricolage. Che dite, ce la posso fare poi a stare al passo?
Il fatto è che scrivere mi piace, fotografare mi piace, il brico mi piace, camminare mi piace, etc… ma il tempo è tiranno – o è un galantuomo? – e, forse non sono capace di gestirlo al meglio… Probabile. 
L’unica attività che riesco a coltivare con costanza è la fotografia; merito di Ben, il cane, che mi porta a camminare parecchio nella Natura. Gliene sono così grata! 
Ah, e ovviamente, di conseguenza, Instagram!
Bene, dopo questo breve aggiornamento e risveglio del blog, spero di tornare presto – lo farò, promesso! – con le ultime novità di DIY e foto! 
P.S.
Quante bozze ho lasciate sospese nell’etere!

Doversi Perdere per Ritrovarsi: Un Viaggio di Crescita Personale

rovo di more

Come avrei mai potuto trovare me stessa se non mi mai fossi persa? E mi sono persa tante e tante volte nella vita… Camminavo su una strada che non era la mia, ma era l’unica che conoscessi. Sulle spalle uno zaino di corda riempito di sassi, ai piedi i pesanti stivali di un’armatura medievale. La testa leggera, il cuore pieno di sogni e gli occhi di lacrime. Un grido di voglia di liberazione bloccato in gola come in quegli incubi in cui urli disperato, ma il suono è ovattato come in paesaggio innevato. No, non era nemmeno ovattato, era completamente assente.

foglie con gocce d'acqua
E da quell’incubo durato decenni avrei voluto svegliarmi prima, ma un qualche strano “maleficio” non me lo permetteva. Sì, avrei voluto fuggire lontano, ma le mie gambe erano salde al suolo. Ed ero sola. In quell’infinita notte buia e senza stelle non c’era nessuno con me, tranne la Luna, depositaria di segreti e confessioni. 
fiore bianco nella penombra
Ogni giorno mi domandavo per quanto ancora avrei dovuto girare in tondo e in tondo su quel carosello infernale? Io desideravo solo essere libera, nulla più. 
Capitava poi che a volte la diabolica giostra si fermasse, stanca essa stessa del proprio dolore; scendevo quindi lenta e con la testa pesante per rimettermi in cammino verso un luogo sconosciuto ma per lo meno “sicuro”. 
Tuttavia, ogni volta che percorrevo una strada nuova pensavo, mi illudevo, che forse quella era la volta buona, era la strada giusta! Ma poi il percorso tornava ad essere tortuoso ed intricato, e allora capivo definitivamente che mi ero sbagliata. 
fiore selvatico bianco
Camminavo tra rovi di more pungenti e paludi nelle quali affondavo sempre più; mi fermavo senza più speranza nel cuore e una rabbia crescente nell’animo. “Non è giusto, questa non è vita!”, ripetevo a me stessa.
Poi, di tanto in tanto, il sole tornava ad illuminare il sentiero e nuovamente credevo di aver preso la direzione e giusta. 
La verità? La verità è che la vita non avrebbe mai potuto essere un sentiero piano e senza ostacoli, nemmeno se loro lo avessero voluto con tutte le loro forze… 
E su un sentiero apparentemente già tracciato e sicuro, io ho dovuto perdermi per ritrovarmi sull’imperscrutabile sentiero della vita. Questa volta la mia.