Ciao!
Marzo è stato un mese intenso, pieno di emozioni, scoperte e momenti speciali. Gestire da sola il blog e il rifugio naturale Yellow Beak Animal Shelter Resort è una sfida, ma sapere che ci sei a leggermi rende tutto più bello.
Ciao!
Marzo è stato un mese intenso, pieno di emozioni, scoperte e momenti speciali. Gestire da sola il blog e il rifugio naturale Yellow Beak Animal Shelter Resort è una sfida, ma sapere che ci sei a leggermi rende tutto più bello.
Un tatuaggio non è solo un disegno sulla pelle, ma una storia incisa nel corpo e nell’anima. Il soffione, con la sua leggerezza e forza, rappresenta la libertà e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Tatuarlo sul tallone, uno dei punti più dolorosi, aggiunge un significato ancora più profondo: resistere al dolore per imprimere un simbolo di trasformazione e resilienza. Ogni passo è un promemoria di forza, perché anche nei momenti più difficili possiamo lasciarci trasportare dal vento senza perdere noi stessi.
Continua a leggereLa poesia celebra la bellezza delle piccole cose quotidiane che spesso diamo per scontate, ma che portano una serenità silenziosa e preziosa. Descrive momenti semplici e naturali, come il calore del sole, il profumo del pane, il canto degli uccelli e la compagnia degli amici a quattro zampe, ricordando l’importanza di fermarsi e apprezzare ciò che ci circonda.
Continua a leggereDai negozi di giocattoli agli auricolari Airpods è un attimo
I figli crescono velocemente, senza che noi genitori ce ne accorgiamo. Crescono e cambiano giorno dopo giorno, e anche noi, volente o nolente, dobbiamo crescere con loro.
Continua a leggerePoi, all’improvviso, qualcosa cambia.
Il mio cuore si scalda quando vedo quelle piccole codine muoversi.
Sono lì, accovacciati sul muretto, fermi come piccole statue che aspettano solo me.
Ho già citato la funzione salvifica che la musica ha avuto nella mia – e in chissà quante altre – vita (La Notte delle Ore)
È stata un’amica nella solitudine, un rifugio nella tristezza, la mia voce quando non sapevo come esprimere i miei sentimenti, ma anche la colonna sonora di momenti di gioia e di amore.
Fiere mai sazie paion
governanti e benestanti.
Di oro e potere
non sono mai pieni.
Il metallo pesante
domina il mondo
mentre un bambino
muore di schegge
trafitto.
Sono anni bui,
ma quando mai
c’è stata luce?
La pace è lontana,
or la pace è vicina.
La pace è utopia,
come fiocco di neve
nel Sahara,
come palma
ai Poli.
Ma io, Natura, veglio.
Chiudete gli occhi,
e udrete:
suon di trombe,
scalpiccio di zoccoli.
Giungono a galoppo
i miei quattro cavalieri,
a restaurare l’ordine,
a cancellare l’insulto.
Il Sole si eclissa,
sogghigna alla Luna.
Una sfera di cristallo
vaga per l’Universo:
vuota e oscura,
putrefatta e silente.
E io siedo alla tavola,
con i miei cavalieri.
Viene Giustizia,
seguita da Pace.
In mezzo a loro,
i prigionieri incatenati:
Superbia,
Ira,
Accidia,
Invidia.
A Oblio li consegno.
Giaceranno immortali
negli abissi,
perdendo il senno,
urlando e squarciandosi,
vittime di loro stesse.
Nessuno li libererà:
nessuno sarà rimasto.
Ora la pace è fatta.
Con occhi di stelle
osservo la mia creatura:
appena risorta,
pura come la mia prima alba.
Crescerai bella e forte.
Non conoscerai dolore,
povertà o guerra,
né schiavitù e fame.
Solo io e te,
in un nuovo Eden
di silenzio e bellezza.
Cresci florida,
bambina mia.
Benvenuta Era.
C’è un piccolo angolo del mattino
dove i pensieri si fanno parole.
La casa dorme,
tutto è immobile,
tutto è silente.
Quel momento è mio.
Davanti alla tazzina di caffè
sfilano ricordi,
riflessioni,
idee bizzarre,
gioie e rimpianti.
Non mi curo dei capelli arruffati,
non scelgo maschere.
Ho il volto che ho,
nudo, sincero,
e non devo nasconderlo.
Sono io,
seduta in riva a una tastiera,
a pescare parole
tra pause e silenzi.
Le righe fluiscono,
s’infrangono,
riprendono il loro corso.
Passa una barchetta,
carica di cose:
giocattoli, vestiti,
aggeggi e trucchi,
ori e riviste,
ricordi e VHS.
La guardo allontanarsi,
lasciando spazio a sogni:
lavande provenzali,
nuvole sul Sudamerica,
boschi da attraversare,
abbracci di chi c’è
e forse di chi arriverà*.
In questo angolo di giorno
mi racconto
a occhi sconosciuti
che non incontreranno mai i miei.
Un solipsismo agrodolce
che mi svela ciò che ero
e ciò che sono.
E scrivo.
* L’autrice si riferisce ai nipoti.
Come avrai potuto intuire dai miei articoli, o post, come dir si voglia, gli animali e l’autunno sono i miei hobby horse. 😉
Continua a leggereCi sono state notti dove le ore
erano lunghe e pesanti,
tende di velluto
di un teatro deserto.
Alla finestra, il mondo:
un crogiolo di luci,
di vite vissute davvero,
mentre io aspettavo solo
che il vento portasse
buone nuove
o mi portasse via.
Ma la Luna,
lì, a guardarmi,
custodiva i miei segreti
indicibili,
mentre la musica,
fedele compagna,
dava voce ai giorni
dove libera cantavo
e alle notti
in cui componevo.
Alcune notti
avrei voluto danzare
nel vortice degli scheletri,
che, fermandosi un attimo,
ti trascinano via
nella loro danza infinita,
dove l’alba muore per sempre,
uccisa dalle stelle.
Ora, sulle notti delle ore,
è sceso il sipario.
Il sole è risorto,
Il teatro vuoto.
Sul palco, una signora
spazza via i coriandoli
di una festa silenziosa,
mentre fuori avanza il giorno,
e la vita si rinnova,
Con risa bambine
ed eterni abbracci.