Il Caffè del Mattino: Tra Parole e Sogni

C’è un piccolo angolo del mattino
dove i pensieri si fanno parole.
La casa dorme,
tutto è immobile,
tutto è silente.
Quel momento è mio.

Davanti alla tazzina di caffè
sfilano ricordi,
riflessioni,
idee bizzarre,
gioie e rimpianti.

Non mi curo dei capelli arruffati,
non scelgo maschere.
Ho il volto che ho,
nudo, sincero,
e non devo nasconderlo.

Sono io,
seduta in riva a una tastiera,
a pescare parole
tra pause e silenzi.
Le righe fluiscono,
s’infrangono,
riprendono il loro corso.

Passa una barchetta,
carica di cose:
giocattoli, vestiti,
aggeggi e trucchi,
ori e riviste,
ricordi e VHS.
La guardo allontanarsi,
lasciando spazio a sogni:
lavande provenzali,
nuvole sul Sudamerica,
boschi da attraversare,
abbracci di chi c’è
e forse di chi arriverà*.

In questo angolo di giorno
mi racconto
a occhi sconosciuti
che non incontreranno mai i miei.
Un solipsismo agrodolce
che mi svela ciò che ero
e ciò che sono.

E scrivo.

* L’autrice si riferisce ai nipoti.

Poesia: La notte delle ore

Ci sono state notti dove le ore
erano lunghe e pesanti,
tende di velluto
di un teatro deserto.

Alla finestra, il mondo:
un crogiolo di luci,
di vite vissute davvero,
mentre io aspettavo solo
che il vento portasse
buone nuove
o mi portasse via.

Ma la Luna,
lì, a guardarmi,
custodiva i miei segreti
indicibili,
mentre la musica,
fedele compagna,
dava voce ai giorni
dove libera cantavo
e alle notti
in cui componevo.

Alcune notti
avrei voluto danzare
nel vortice degli scheletri,
che, fermandosi un attimo,
ti trascinano via
nella loro danza infinita,
dove l’alba muore per sempre,
uccisa dalle stelle.

Ora, sulle notti delle ore,
è sceso il sipario.
Il sole è risorto,
Il teatro vuoto.
Sul palco, una signora
spazza via i coriandoli
di una festa silenziosa,
mentre fuori avanza il giorno,
e la vita si rinnova,
Con risa bambine
ed eterni abbracci.

Poesia: Amore a parole

A. 2018

Le parole d’amore sono parole,
d’amore, ma non sono Amore.
Amore ha bisogno di termini per definirsi,
ma si rivela attraverso
l’ascolto che non giudica,
l’aiuto offerto senza interesse,
la vicinanza silenziosa,
lo sguardo pieno di compassione,
le mani calde che si stringono,
le lacrime che trovano rifugio su una spalla,
la fiducia,
il perdono,
la comprensione.

“M” di mamma


Amor che ha amato
anche l’amor negato, perdona.
Amore non chiede nulla,
se non di essere accolto.
Amore non trattiene, non limita,
non impone, non ricatta.
Cammina accanto all’amato,
lo sorregge, ma non lo soggioga.
Ama l’amato per ciò che è:
non si limita ad accettarlo, lo valorizza.

Con amore si percorre un pezzo di strada insieme, e, se necessario, lo si lascia volare.
Amore conosce i confini e li rispetta;
non li travolge, e sa quando farsi da parte.
Amore parla con le parole più dolci
che tu abbia mai sentito.
Eppure, se resta solo parola,
Amore non è.

The Golden Hour – L'ora dorata

È quando il sole si appresta ad andare a dormire che si svegliano i pensieri.
Cammino lungo il sentiero di campagna con il tramonto alle spalle: sulla Natura il sole versa un’uniforme glassa dotata. Brillano gli steli delle sensuali lavande, vibrano di vita le foglie verdi sui rami; passanti frettolosi in abiti sgargianti, obbediscono al detto “corpo sano in mente sana” correndo a perdifiato madidi di sudore; e poi ci sono quelli come me che alla corsa prediligono la passeggiata accompagnati dal loro migliore e per sempre fedele amico: il cane.
Un gruppo di signore chiacchiera a voce alta lungo il cammino. Mi domando se si stiano godendo, oltre alla compagnia, il paesaggio e i suoi colori.
Camminano, chiacchierano e gesticolano. Sono lì, investite anch’esse dai raggi del sole, ma non sono sicura che si rendano conto fino in fondo della meraviglia che le circonda tutte prese come sono dal loro gossip.
Cammino con il mio “figlio peloso“. Lui è attratto dagli odori che scova annusando qua e là, mentre io sono attratta dai piccoli dettagli delle foglie e da ciò che sopra di esse trova una temporanea dimora: cimici, vespe e piccoli scarafaggi color smeraldo.
Non ho parole, e non voglio trovarne per descrivere quanto sia bella la campagna a quest’ora del tardo pomeriggio. Vorrei solo sostituire i suoni della Natura al vociare della gente e allo scalpiccio delle scarpe da ginnastica sull’asfalto. Sì, vorrei percorrere una strada vuota, dove l’unico profilo umano è la mia ombra. Vorrei concentrarmi su me stessa, sui mi pensieri e sulla fotografia. Assumere pose stravaganti per fotografare i fiori da un’angolatura non convenzionale; lasciare corre il cane libero dal guinzaglio mentre attende paziente che scatti; fermarmi cinque, dieci minuti e più su un soggetto senza la fretta di dover tornare a casa a giocare il mio ruolo sociale di moglie e madre.
The golden hour, l’ora dorata, dura poco: un’oretta, non di più…
Breve e fugace come un soffio di vita, voglio goderne a pieni occhi e cuore come un momento prezioso da custodire ora e per sempre nello scrigno dei ricordi.

Fragilità e Forza: Le Lezioni della Chiocciola

 
Proteggimi


E tu, graziosa chiocciola, nomade della Natura, a proteggerti hai solo il tuo piccolo e fragile guscio.

Nella tua fragilità sei fortunata però; trascorri la giornata nei luoghi più ameni della Terra: sonnecchi nella gialla corolla di un fiore, osservi il mondo da uno stelo, resti ancorata alla fredda rete metallica di un campo, dormi serena dondolandoti su una spiga di grano.

 
Tutta la tua vita è raccolta in una spirale perfetta, perfetta come l’ordine del Cosmo di cui sei parte. Il candore del tuo guscio risalta tra l’erba alta e fitta; immobile, nel tuo sconfinato regno, trascorri la vita con estrema semplicità, non hai pensieri, tu.
 
Può capitare però che il tuo delicato nido malauguratamente si rompa, ma Madre Natura ti ha dato la capacità di rigenerarti. Lì, dove il tuo guscio è rotto o crepato, tra qualche tempo, strato su strato, se ne formerà uno nuovo. Sei paziente, non hai mai fretta, tu. 

 
E noi esseri umani cosa abbiamo per difenderci se non che il nostro cuore e la nostra mente? Siamo emotivamente scoperti dalla nascita: non abbiamo protezione alcuna contro le ferite da parole d’astio, da sguardi carichi di disapprovazione, da delusioni, illusioni e false divinità schiaviste.
 
Impreparati, disarmati e sprovvisti di un luogo sicuro dove poterci sempre riparare, siamo costretti a costruirci una labile barriera di sabbia, che col passare degli anni diventa mura di cinta; e noi, dall’alto della nostra torre, osserviamo il mondo indossando una più che coriacea armatura.

 
A quel punto, nel bene e nel male, siamo impenetrabili, nulla – all’apparenza – più ci tange: ci sentiamo forti con le nostre protezioni in lega di risentimento, invidia e superbia. Finalmente, anche noi esseri umani, come te, lumachina, possiamo nasconderci nella nostra casetta, ma non ci sono amabili fili d’erba né gialle corolle.
 
Ci chiudiamo in noi stessi, convinti di non soffrire più con il nostro guscio addosso, ma la realtà è che siamo sempre più indifesi e soli.
 

Caramelle al crepuscolo

Il crepuscolo è una caramella all’orzo; ne ha lo stesso colore ambrato. Lo gusto come quella caramella dolce ma dal retrogusto amaro. E come quella caramella il crepuscolo mi è dolce perché preludio al silenzio e alla calma della sera, ma allo stesso tempo amaro in quanto segna la fine di un altro giorno di vita. 

L’ho vissuto degnamente? Non è andato sprecato, vero? Come lo zucchero, quel giorno andrà via via sciogliendosi per sempre per non tornare più.  
Ho fatto del mio meglio? Ho dato quel che potevo dare oppure ho lasciato le ore scorrere come sabbia in una clessidra?
Non dovrei neanche chiedermelo. Dovrei dare per scontato – e accettare il fatto – che ogni giorno trascorso sulla Terra non è scontato, e anche se quel giorno, o quei giorni, sono semplicemente esistita, si è trattato pur sempre di un giorno di vita in cui non tutti gli esseri hanno avuto il privilegio di assaggiare la caramella del crepuscolo. Gratitudine.
E poi il sole se ne va cedendo il trono del cielo alla Luna e alle sue ancelle stelle.
E cala il silenzio come un pesante sipario di velluto blu sulla Terra. Il tanto agognato silenzio! Bramato durante il giorno frenetico che non lascia spazio alla riflessione e al viaggio silenzioso nel sé più intimo. 
Ho, abbiamo, bisogno di fermarci e di fermare l’attimo, concederci il tempo di scartare la caramella e sentirne lentamente la consistenza e il gusto sulla lingua. 
È un momento per sé, quello, da ricordarsi afferrare e proteggere anche quando la luce del sole e il trambusto del mondo sembrano non lasciarci scampo: fai, vai, muoviti e non fermarti!
Fermati, respira e rientra in te, nell’attimo presente! Fallo anche per due minuti, non aspettare sempre il crepuscolo!
E quando questo arriva e l’ingranaggio del mondo si arresta, non pensare al domani ché del domani non vi è certezza.