Quali sono i tuoi rituali mattutini? Com’è la prima ora della tua giornata?
La mattina mi prendo del tempo per me, o meglio, per scrivere. É il mio rituale.
La luce filtra tenue dalle imposte mentre la casa é avvolta nella penombra. Silenzio. É utto ciò di cui ho bisogno per concentrarmi e iniziare a scrivere.
Poi, all’improvviso, qualcosa cambia. Il mio cuore si scalda quando vedo quelle piccole codine muoversi. Sono lì, accovacciati sul muretto, fermi come piccole statue che aspettano solo me.
C’è un piccolo angolo del mattino dove i pensieri si fanno parole. La casa dorme, tutto è immobile, tutto è silente. Quel momento è mio.
Davanti alla tazzina di caffè sfilano ricordi, riflessioni, idee bizzarre, gioie e rimpianti.
Non mi curo dei capelli arruffati, non scelgo maschere. Ho il volto che ho, nudo, sincero, e non devo nasconderlo.
Sono io, seduta in riva a una tastiera, a pescare parole tra pause e silenzi. Le righe fluiscono, s’infrangono, riprendono il loro corso.
Passa una barchetta, carica di cose: giocattoli, vestiti, aggeggi e trucchi, ori e riviste, ricordi e VHS. La guardo allontanarsi, lasciando spazio a sogni: lavande provenzali, nuvole sul Sudamerica, boschi da attraversare, abbracci di chi c’è e forse di chi arriverà*.
In questo angolo di giorno mi racconto a occhi sconosciuti che non incontreranno mai i miei. Un solipsismo agrodolce che mi svela ciò che ero e ciò che sono.
Le parole d’amore sono parole, d’amore, ma non sono Amore. Amore ha bisogno di termini per definirsi, ma si rivela attraverso l’ascolto che non giudica, l’aiuto offerto senza interesse, la vicinanza silenziosa, lo sguardo pieno di compassione, le mani calde che si stringono, le lacrime che trovano rifugio su una spalla, la fiducia, il perdono, la comprensione.
“M” di mamma
Amor che ha amato anche l’amor negato, perdona. Amore non chiede nulla, se non di essere accolto. Amore non trattiene, non limita, non impone, non ricatta. Cammina accanto all’amato, lo sorregge, ma non lo soggioga. Ama l’amato per ciò che è: non si limita ad accettarlo, lo valorizza.
Con amore si percorre un pezzo di strada insieme, e, se necessario, lo si lascia volare. Amore conosce i confini e li rispetta; non li travolge, e sa quando farsi da parte. Amore parla con le parole più dolci che tu abbia mai sentito. Eppure, se resta solo parola, Amore non è.
Le foglie umide e scure Giacciono al suolo Senza vita. I rami, sfrontati, rivelano senza alcun pudore ciò che prima nascondevano.
Muta così il paesaggio, ora freddo e spoglio sul quale si adagia placido un velo di ghiaccio.
La porta delle Stagioni. spalanca E da questa ne esce un vecchio burbero con un cappello a tesa larga e pesanti scarponi in pelliccia di pecora.
“Sono l’inverno!”, tuona mentre si sistema una spessa sciarpa verde. Inverno è un gigante dalle enormi mani di ghiaccio, le gote rosse di fuoco e dei solchi profondi sulla fronte.
Gli occhi vitrei e severi, spesso socchiusi, ammoniscono a non uscire. Recita al Sole Una litania che addormenta. Seguito dagli uccellini intirizziti.
I cachi, ancora appesi agli alberi scuri e contorti, sono il suo nutrimento, mntre raccoglie del pungitopo per farne una ghirlanda.
Inverno soffia sul mattino rosa di sole puro, ornando gli steli di perle di ghiaccio e trasformando le ragnatele in centrini di mani fatate. Ci guiderà nell’anno nuovo, custode attento di propositi. Camminarà lungo le strade pettinando la barba di neve.
Poi busserà alle nostre porte invitandoci a fermarci per bere insieme una tisana con cuore e menti aperte. Il suo gelido sguardo allora si scioglierà in sorrisi o lacrime, abbracci e promesse. Sarà calore, vita e promessa.
Quando poi le prime gemme cominceranno a far capolino, e il Sole protesterà per restare sveglio, Inverno saprà di dover partire per lasciar danzare, lieve e leggera, la briosa ed eterea Primavera. e con essa, anche le rondini faranno ritorno.