Io e la musica
Ho già citato la funzione salvifica che la musica ha avuto nella mia – e in chissà quante altre – vita (La Notte delle Ore)
È stata un’amica nella solitudine, un rifugio nella tristezza, la mia voce quando non sapevo come esprimere i miei sentimenti, ma anche la colonna sonora di momenti di gioia e di amore.
Tuttavia, oltre ad ascoltarne tanta, pur avendo pochissime conoscenze tecniche, la componevo. Scrivevo i testi e registravo la melodia avvalendomi di un registratore vocale portatile (sì ,quello con la cassetta!).
La musica mi ha accompagnato fin dalla nascita con un papà (quasi) polistrumentista e compositore. Ricordo che mentre lui suonava con la chitarra le canzoni che aveva scritto per me, io ballavo felicissima in salotto con un gonna lunga, leggera e rosa di mia madre. Il mio mito era Raffaella Carrà.
Canzoni “da grandi”
A papà piacciono i classici italiani. Il primo cantautore “da grandi” che ho avuto modo di scoprire in tenera età è stato De Gregori. Alcuni suoi brani più famosi (Generale, La Donna Cannone, Alice) erano registrati su una musicassetta, sul lato A; sul lato B, invece c’era il viennese Strauss con il suo bel Danubio blu. Ho consumato il nastro!
Mi racconta invece mia madre che dei cartoni animati ascoltavo la sigla, l’episodio in sé aveva poca importanza.
Ho collezionato tutti i Fivelandia fino ai dodici anni (altro che trap!), poi sono passata negli anni 90 a musica da teenager con Arianna.
Open your mind (to music)

La commistione di vari generi musicali mi ha aiutato ad aprire la mente nel provare ad ascoltare un po’ di tutto senza pregiudizi. Adesso che sono mamma, vorrei che anche i miei figli seguissero il mio percorso “musicale” – magari concretizzandolo con lo studio serio di uno strumento musicale -, ma il compito adesso è davvero arduo con l’avvento di Spotify e YouTube che dirigono i giovani verso un genere di musica, spesso non adatta alla loro età per i testi, e di scadente qualità compositiva et intepretativa.
Ahimè, i miei bambini/ragazzi sono reticenti a qualsiasi altro genere che non sia quello propinato dai suddetti siti. Tuttavia, qualche tentativo di cambiare musica (letteralmente) è stato fatto, mettendo la regola che durante le gite si ascolta un pezzo a testa. Passare da Freddy Dredd e Anna Pepe a Ivan Graziani deve essere stato per loro uno shock.
Testi, musica e arrangiamenti di Annature
Ricordo la mia prima keyboard, tastiera, acquistata da Zecchini – il più famoso negozio di strumenti musicali della città – con mio padre nel lontanissimo ’95. Oltre a tutte le funzioni di una tastiera elettronica (effetti, strumenti, basi, etc…), aveva lo slot per poter salvare su floppy disk da 3.5 pollici (ma te li ricordi?) i propri brani.
L’arrivo di una nuova e ancora più evoluta tastiera Yamaha e del Mac book sono stati il vero salto di qualità. Addio floppy, benvenuto Garage Band! Collegando infatti la tastiera al software potevo finalmente registrare i brani agevolmente e sperimentare i suoni dell’elettronica.
In questo periodo autoprodurró due album: “First” e “Fragmented Memories” (dove mi diverto con una cover di Word Up di Cameo).
La scoperta di iMovie

Come tutti cantanti e cantautori che si rispettino, non possono ovviamente mancare i video. Siamo nel 2007, MTV è ancora il nostro YouTube Music, io sono all’Università e ho ancora tempo di smanettare: con una videocamera Sony e iMovie registro il video e lo carico su uno YoyTube ancora senza pubblicità, famiglie imbarazzanti e YouTuber strampalati (boomer!).
Sul mio quasi ventennale canale YouTube trovi i seguenti brani:
- Wonderlad burns (“Wonderland burns”, because the age of dreams is over and I have to wake up…)
- The fight
- Little Star
E perdona l’esecuzione!
Dal pop all’Hollywood Metal passando per i madrigali
Ascolto soprattutto pop e classica, ma non disdegno l’elettronica (Depeche Mode, Placebo) e, facendo un salto temporale la musica medievale (Rimbaut de Vaqueiras). Ho passato anch’io il mio periodo discotecaro-maranzoide durante il quale ero in fissa e flexavo gli Ace of Base (All That She Wants), per poi, crescendo passare ai Muse, la band che diventerà la mia colonna sonora del periodo universitario (Unintended e Muscle Museum).
E poi c’è l’arpa di Lorena McKennith (The Bonny Swans), la critica sociale di Frankie Hi-nrg (Quelli che Benpensano) e Caparezza (Vengo dalla Luna), la classicheggiante allegria pop degli Abba, i riff di Bryan Adams (Summer of ’69), il pop soft rock dei Roxette (Crash!Boom!Bang), la 80’s mania, la musica ipnotica dei Dead Can Dance e degli Enigma, le colonne sonore di Ennio Morricone e Hans Zimmer, Aretha Franklin e Nina Simone, Elisa e Tori Amos (Under The Pink).
Elencarli tutti non posso, forse faccio prima ad escludere ciò che proprio non riesco ad ascoltare: il prog, o rock progressivo, come dir si voglia – escludendo un brano dei Marillion (Am I really Losing You?), con buona pace di mio marito e degli aficionados.
Oh, bene, di cose sulla musica ne avrei ancora da raccontare (dallo studio del sassofono, alla consunzione dei CD, dalla bellezza di cantare in auto alla passione per il Karaoke), ma per adesso ti lascio con la mia playlist Spotify dove potrai ascoltare, e magari ritrovare, qualche brano che un tempo ti emozionava:
Annature Spotify Playlist (link)
Immagini di repertorio


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