Ci sono state notti dove le ore
erano lunghe e pesanti,
tende di velluto
di un teatro deserto.
Alla finestra, il mondo:
un crogiolo di luci,
di vite vissute davvero,
mentre io aspettavo solo
che il vento portasse
buone nuove
o mi portasse via.
Ma la Luna,
lì, a guardarmi,
custodiva i miei segreti
indicibili,
mentre la musica,
fedele compagna,
dava voce ai giorni
dove libera cantavo
e alle notti
in cui componevo.
Alcune notti
avrei voluto danzare
nel vortice degli scheletri,
che, fermandosi un attimo,
ti trascinano via
nella loro danza infinita,
dove l’alba muore per sempre,
uccisa dalle stelle.

Ora, sulle notti delle ore,
è sceso il sipario.
Il sole è risorto,
Il teatro vuoto.
Sul palco, una signora
spazza via i coriandoli
di una festa silenziosa,
mentre fuori avanza il giorno,
e la vita si rinnova,
Con risa bambine
ed eterni abbracci.
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